Tocca Oreb...

Ciao belli,
siamo ormai vicini al nostro prossimo appuntamento
con Francesco e i 5 sensi....
...dopo aver udito, visto, gustato e annusato adesso "tocca" al TATTO!

--->> guarda il video (watch the video)


Ti aspettiamo sabato 10 e domenica 11 APRILE a Fiesole.
Come sempre porta con te sacco a pelo (o lenzuola) e la cena del sabato!
-per info: incontrioreb@gmail.com-

Resta in con-TATTO!

Laboratorio "olfattivo"

Hola!
Quando ho saputo che il tema era l’olfatto mi sono preparata ad affrontarlo con un interesse a dir poco goloso, perché è il mio senso preferito in assoluto, e forse questo mi ha anche avvantaggiato. In effetti ci è stato ripetuto molte volte che è il senso più sottovalutato e trascurato, imprescindibile perché legato al respiro ma che di solito non ci accorgiamo neanche di usare, e mi sono detta con piacere che questo discorso non vale per me: io lo uso molto e molto consapevolmente, anzi, con una certa curiosità direi.
I miei complimenti sinceri vanno a suor Maria Livia delle Clarisse che ha parlato per un’ora buona sabato pomeriggio; è stato bello e molto interessante tutto l’excursus che ha fatto sul’olfatto partendo dal punto di vista pratico e quotidiano (parlando anche di animali e neonati), per arrivare poi all’ambito religioso (l’odore di santità che profuma e trascina, il profumo di Cristo che si diffonde per essere percepito da tutti ) e a quello particolare di Francesco e Chiara (Francesco è “annusatore di cose divine”: quando annusava il profumo dei fiori pensava alla bellezza della creazione e del suo Creatore; “Francesco aveva il profumo e l’afflato delle cose divine”).
Mi sono rimaste impresse in particolare alcune frasi di suor Livia:
1) Il cattivo odore è sempre legato alla morte, perché deriva chimicamente dalla decomposizione delle molecole; Francesco, come tutti noi, ne era disgustato ma ne aveva anche paura.
2) Ciò che profuma è la virtù, ciò che puzza è il peccato.
3) Il profumo della tua vita, la bellezza della tua esistenza è già un esempio percepibile da tutti; effondete sempre il profumo della vostra buona fama (cioè siate un buon esempio).
4) Dobbiamo sviluppare il fiuto nella vita, “avere naso” per fare le scelte giuste, perché la vita è un susseguirsi di scelte, anche le più semplici e banali di cui a malapena ci rendiamo conto.
Un’altra cosa che mi è piaciuta tanto di questo Oreb sono stati i numerosi riferimenti al Cantico dei Cantici come “libro dei profumi”.
Alla veglia di sabato ci siamo concentrati sull’olio di nardo, il preziosissimo e profumatissimo olio che Maria cosparge sui piedi di Gesù mentre tutti si chiedono il perché di un simile spreco; ne siamo stati unti anche noi sulla fronte alla fine della serata, perché potessimo diffondere davvero il profumo di Cristo intorno a noi.


Ora veniamo al laboratorio che ci hanno proposto domenica. In un ambiente piuttosto scuro, rischiarato appena dalla luce soffusa del fuoco, ci hanno letto passi della Bibbia in cui comparivano odori e profumi e per ogni lettura ci hanno dato un oggetto da annusare (frutta, pane, incenso, un ciocco di legno, una sciarpa, vino e altri); poi ci hanno dato di nuovo gli oggetti da annusare perché il loro profumo ci facesse tornare alla mente episodi, esperienze, emozioni e persone (del resto l’olfatto attiva la memoria) e perché condividessimo questi ricordi preziosi. Per ultimo abbiamo annusato l’olio di nardo e ne abbiamo messo un po’ sulle mani, per provare davvero cosa significa la frase che ci aveva detto fra Matteo: “L’olio di nardo è il profumo di Gesù: un profumo che riempie, che resta con noi e che condiziona tutta la nostra percezione successiva.” In effetti Gesù riempie e condiziona la nostra vita e non ci abbandona mai.
L’esperienza del “laboratorio olfattivo” è stata forte e toccante, sono venuti fuori tanti ricordi, soprattutto allegri per fortuna: le feste in famiglia, i giochi dell’infanzia, l’esperienza della Marcia, il momento dell’incontro con Gesù e tanti altri; qualcuno ha pianto, ma senza dolore, al profumo del nardo. Credo di poter dire a nome di tutti che siamo tornati a casa un po’ più ricchi.
Portare sulle mani il profumo del nardo poi non è stato facile: non riuscivo a smettere di annusarlo, ero come stregata dalla sua dolcezza; a pranzo ho scoperto che condizionava davvero l’odore dei vari cibi ogni volta che li portavo alla bocca, ma ci avevano avvertito che portare Gesù con noi non è una passeggiata. Ed è stato ovviamente piacevolissimo.

Auguro a tutti di riuscire davvero a far profumare la vostra vita e ad effondere più possibile il profumo della vostra buona fama…non credete anche voi che sarà bellissimo se ci riusciamo?
Sara

fotolfattoreb

Subito (si fa per dire) pubblicate le foto di Oreb di Marzo!
In attesa di altre foto, che generosamente ci spedirete a incontrioreb@gmail.com, immergetevi nella nostra gallery!


Beati gli operatori di pace

Il discorso di Gesù sulla montagna si fa sempre più esigente, man mano che procede, quasi a seguire idealmente l’andamento di un sentiero che si inerpica sempre più ripido e a strapiombo, verso la vetta più alta … In questo versetto incontriamo due concetti, così complessi e pesanti, da risultare tutt’altro che astratti. Gesù parla di “beatitudine”, ripetendo questo termine come un ritornello dall’inizio del brano, e di “pace”, e le due cose sembrano qui quasi compenetrarsi fino a esprimere, come in dissolvenza, l’unico anelito del cuore di ogni uomo.

Tutti vorremmo sentirci “beati”, tutti vorremmo vivere in pace. Non è forse vero che espressioni come “beato te!” e “lasciami in pace!” sono fra le prime frasi che abbiamo imparato a pronunciare? Eppure non c’è niente di più difficile da conquistare che queste due realtà del cuore. E anzi, possiamo dire che l’una porta con sé l’altra e non c’è l’una senza l’altra.

Pace e beatitudine sono cose da bambini … ma non da principianti. Per questo Gesù dice altrove: “Se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”. Per rivelarci che bambini non si nasce, ma si diventa, con un lungo processo di apprendistato: ecco il Vangelo, la buona novella!

Santa Chiara ha vissuto in questa prospettiva, ha compiuto questo percorso di semplificazione se, al termine della sua corsa terrena, poteva così parlare a se stessa: “Va’ sicura in pace, anima mia benedetta, perché Colui che ti ha creata, sempre ti ha guardata come una madre il suo figlio piccolino”. Ecco a quale libertà conduce la beatitudine dei pacifici.

La pace cristiana, però, non è assenza di conflitti, ma pienezza di Bene, amore in azione. Non un sentimento di consolante “serenità”, di impalpabile “armonia”, ma lotta continua contro il peccato, guerra strategica contro l’egoismo. La pace evangelica non si acquista mai a buon mercato, ma al prezzo di… “perdere”: spesso almeno la faccia, a volte perfino la vita.

S. Chiara questo lo aveva sperimentato di persona, se nella Regola al capitolo IX esorta le Sorelle che si trovassero in discordia a chiedersi perdono gettandosi umilmente ai piedi dell’altra, e a rispondere offrendolo generosamente.


Per costruire la pace bisogna innanzi tutto non fare la guerra.

Sembra una cosa ovvia, in realtà non lo è affatto: non farsi coinvolgere da un conflitto o non entrare in gioco quando si tratta di qualcosa che ci tocca, o – più difficile ancora – rinunciare a difendersi quando ci si sente offesi o in pericolo, non è mai una scelta naturale, ma presuppone una grande forza d’animo e una fede ben radicata nella promessa di Gesù. Chiara era una donna forte. E lo dimostra proprio così: dinnanzi ai soldati Saraceni che ormai hanno fatto irruzione dentro il chiostro di san Damiano e sono decisi a tutto, ella si prostra davanti all’Eucarestia, presenza reale del suo Signore, così che – come scrive il Celano: “l’audacia di quei cani, respinta, si acquieta e, superando quegli stessi muri sui quali erano saliti, se ne vanno in fretta, spinti dalla forza della sua preghiera”. Con le stesse armi, poi un’altra volta, questa grande tessitrice di orditi di pace, libera la stessa città di Assisi dall’assedio di Vitale di Aversa: “Andate – disse alle Sorelle – al Signore nostro, e chiedete con tutto il cuore la liberazione della città”. La pace infatti si costruisce in ginocchio.

Ma Francesco ci insegna che la pace è prima di tutto un “affare di cuore”.

Nelle sue Ammonizioni infatti ne parla ben due volte e sempre in relazione a quel “guazzabuglio” di manzoniana memoria che è messo a dura prova dagli eventi della vita. Per Francesco la pace nasce dalla capacità di sopportare le tribolazioni e le ingiustizie con pazienza ed umiltà. Chiara ha fatto di questo insegnamento un caposaldo della sua vita, infatti di lei il Celano può attestare che “durante 28 anni di sofferenze quotidiane non si udì un brontolio o una lamentela, ma dalla sua bocca uscì sempre una santa conversazione e il rendimento di grazie”.

Ecco in quattro mosse come Santa Chiara diventa direttrice dei lavori nei cantieri della pace.

VegliA delle StimmaTe


Ciao ragazzi....(e ragazze naturalmente!)
sparite le galle da sotto i piedi? siete pronti per un nuovo e fantastico anno tra libri di scuola e appunti disordinati pieni di disegni e quadratini?

NOI NO!
Ed è per questo che abbiamo ancora voglia di stare insieme a voi!
Vi invitiamo a pregare con noi in un luogo e in un giorno per noi importante:

Il 16 e 17 settembre alla Verna,
per meditare il mistero delle Stimmate di San Francesco.

Ci aiuterà a vivere meglio questa veglia nella notte, don Fabio Rosini, della diocesi di Roma.

Il ritrovo sarà a Chiusi della Verna (il paesino prima del Santuario), in un tendone dietro al Municipio alle ore 17.00.
Ci saluteremo raccontandoci l'estate con musica, balli e tante sorprese.

Dopo la cena (al sacco... quindi se vuoi mangià, qualcosa vedi di portà....) inizieremo la nostra salita al Santuario (a PIEDI! ormai siete allenati...) dove celebreremo la santa Messa e veglieremo tutta la notte in preghiera.

---> Ricordatevi di portare il sacco a pelo e materassino per la notte <---


Per chi viene con i mezzi propri, vi consigliamo di portare la macchina con sacco a pelo e materassino direttamente al santuario e dopo scendere a Chiusi a piedi (in discesa sono 15 minuti!)

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Per altre info:
sms 331.6380806
e-mail incontrioreb@gmail.com o fratipisa@tiscali.it o la.verna@libero.it
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Vi aspettiamo