Oreb di Aprile


Programma :

Sabato 2 Aprile

Ore 17.00: ritrovo e accoglienza con musiche e balli
ore 18.00: meditazione di fra Giuseppe Neri, dal tema "Beati coloro che sono nel pianto"
ore 19.30: vespri
ore 20.00: cena fraterna (i frati offrono soltanto il primo. Per il secondo pensaci te! Puoi portare qualcosa da condividere con gli altri...)

Dopo cena momento di giochi e fraternità.
ore 21.30: Veglia di Adorazione Eucaristica (ci sarà la possibilità di confessarsi)

[per chi lo desidera è possibile pernottare da noi portando sacco a pelo o lenzuola]

Domenica 3 Aprile

Dopo le lodi e la colazione ascolteremo una testimonianza di chi oggi cerca di vivere "concretamente" le Beatitudini.

ore 11.30: Santa Messa presieduta da fra Paolo Fantaccini, Ministro Provinciale.
Durante la Celebrazione, fra Giuseppe Neri riceverà il Mandato Missionario
per la Cina
ore 12.30: pranzo e saluti

TI ASPETTIAMO!
i frati

Per continuare a riflettere...

...ringraziamo Valentina che condivide con noi ciò che più le è rimasto impresso dalla meditazione di fra Alessandro di Roma.

“Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio …. ma, non siamo tutti figli di Dio?

Gli operatori di pace saranno riconosciuti figli di Dio.

Fino a 2 o 3 anni di vita non siamo in grado di riconoscere la nostra immagine riflessa in uno specchio. Prendiamo confidenza con i confini del nostro corpo perché c’è qualcuno che stringendoci li definisce. Allora sono gli altri a riconoscerci, a farci prendere consapevolezza di noi stessi e la relazione è strumento per far ciò. L’operatore di pace crea relazioni di solidarietà nella comunità.

Non è ,però,un pacifista remissivo,me è colui che assume la propria spontanea posizione e permette agli altri di vivere in pienezza.

Ma la naturalezza è diversa dalla spontaneità. Agire con naturalezza vuol dire compiere azioni in virtù di un' abitudine, di uno “stato brado”. Essere spontanei invece è vivere secondo la propria identità e felicità, è ciò implica fatica e quindi non è naturale.

Non si tratta di reprimere i sentimenti , di rabbia od odio che siano.“Porgi l’altra guancia” non è un invito alla sottomissione. E’ proprio quella rabbia che provi ,se subisci un' ingiustizia , che ti dà la forza di restare (porgere l’altra guancia) e gridare al fratello che sta sbagliando. Infatti Matteo scrive: Non pensate ch'io sia venuto a metter pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, e la figlia da sua madre, e la nuora dalla suocera. E i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.

E allora per vivere in pienezza è necessario fare spazio! Così come l’uomo che trova un tesoro in un campo,torna a casa, vende tutto quello che ha e compra quel campo. Per accogliere il regno dei cieli l’uomo-operatore di pace deve fare spazio (vende tutto quello che ha) per ciò che è davvero importante. Come Dio Padre “fa spazio” per amore,per creare la vita,e rinuncia alla sua onnipotenza per donare la libertà all’uomo.

La gioia dell’uomo che trova il tesoro non subisce perturbazioni .Non è promessa in dipendenza del raggiungimento di un obiettivo! E’ la scoperta della felicità,la gioia per la gioia!

Per concludere, le beatitudini rappresentano il cammino per la gioia: felice chi opera per la vita di comunione!

OREB di MARZO

Ecco le foto dell'Oreb di Marzo!

Ma perché tutti in blu?!
Per festeggiare, anche all'Oreb, insieme, il Carnevale!



e buon inizio del periodo di Quaresima, perché il Signore ci aiuti a rivolgere il nostro cuore verso di Lui e ad affidarsi alla Sua Parola.
Buon cammino!

BEATA TE CHIARA !

Per questo mese, ci aiuta a riflettere sull'esperienza di Santa Chiara, Suor Maria Livia, del Monastero di Fiesole.

La pace cristiana, però, non è assenza di conflitti, ma pienezza di Bene, amore in azione. Non un sentimento di consolante “serenità”, di impalpabile “armonia”, ma lotta continua contro il peccato, guerra strategica contro l’egoismo. La pace evangelica non si acquista mai a buon mercato, ma al prezzo di… “perdere”: spesso almeno la faccia, a volte perfino la vita.
S. Chiara questo lo aveva sperimentato di persona, se nella Regola al capitolo IX esorta le Sorelle che
si trovassero in discordia a chiedersi perdono gettandosi umilmente ai piedi dell’altra, e a rispondere offrendolo
generosamente..... (leggi tutto)