Laboratorio di Febbraio

Francesco e la sofferenza e la morte
Ciao ragazzi, l'incontro di Oreb di questo mese è stato piuttosto intenso un po' per tutti. Il tema che fra Livio ha affrontato è un argomento che in un modo o nell'altro tocca ognuno di noi.
Chi di noi può dire di non aver mai avuto niente a che fare con la sofferenza o la morte?
Durante il laboratorio di domenica mattina ci siamo voluti proprio fermare su questa domanda e cercando di guardare in faccia le situazioni di sofferenza che abbiamo sperimentato o che persone a noi vicine hanno vissuto. Ci siamo fatti aiutare da un crocifisso chiedendo se nelle sofferenza che ci hanno più segnato abbiamo sentito il Signore vicino a noi o se al contrario lo abbiamo percepito come lontano e silenzioso.

Ecco quello che abbiamo fatto: in alcuni foglietti abbiamo scritto esperienze di sofferenza che abbiamo vissuto. Poi abbiamo preso una croce e vi abbiamo messo sopra quelle occasioni nelle quali abbiamo sentito il Signore vicino; mentre fuori dalla croce abbiamo messo quelle nelle quali non lo abbiamo riconosciuto.
Nel chiederci tutto questo è nata poi la proposta di poter mettere i foglietti anche sul bordo della croce per tutte quelle volte in cui il Signore si è manifestato a metà o quando noi non lo abbiamo a pieno riconosciuto o compreso.
E' stato un momento molto intenso perché siamo andati a toccare alcune piccole o grandi ferite che da tempo non consideravamo più ma che in fondo non sono state ancora guarite.

Sopra la croce c'era scritto:

  • di quando in pericolo di morte durante una operazione la parrocchia mi si è stretta accanto
  • di quando mi sono sentito da tutti abbandonato ma con il desiderio di portare avanti i miei impegni e doveri
  • di tutte le persone che nel nome del Signore vengono perseguitate soprattutto in Paesi meno cristianizzati del nostro: "Beati i perseguitati a causa del mio nome!"
  • di quando non mi sono sentita amata e accolta per quello che sono. Il Signore questo non lo ha fatto!

Fuori dalla croce c'era scritto:

  • come ha vissuto la morte di sua mamma un mio amico il quale con rabbia si è allontanato dal Signore riconoscendo in Lui la causa della sua sofferenza.
  • tutti quegli anziani che soffrono chiudendosi nella paura e angoscia.

Sul bordo della croce c'era scritto:

  • di quando si è separata mia sorella. Il Signore si è mostrato a metà in quella situazione
  • l'essere stato causa di sofferenza per persone a me molto care a "causa" del Signore.
  • di quando sono morti due miei cari amici. Il dolore all'inizio è stato spiazzante ma poi l'affetto di amici e il conforto del Signore mi hanno aiutato ad andare avanti.
Ecco: queto è quello che abbiamo scritto noi. Queste sono state le nostre esperienze, le nostre piccole o grandi sofferenze che in un modo o in un altro fanno parte di noi e dalle quali forse non ci staccheremo mai del tutto. Alcune di queste ci hanno aiutato a conoscere meglio il Signore, a fare esperienza di Lui. Abbiamo capito che anche il Signore ha sofferto, ha sperimentato la solitudine, l'abbandono... anche lui come noi è stato ferito!
Alla fine del laboratorio poi ci siamo lasciati con una domanda che oggi rivolgiamo anche a tutti voi:
"Può esistere al mondo di oggi, nella nostra vita, una sofferenza lontano dallo sguardo del Signore?"

... tu che ne pensi?



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Innanzitutto vorrei ringraziare tutti i partecipanti al laboratorio per nn avermi giudicata quando mi sn commossa ricordando quei momenti... non ne avevo mai parlato con nessuno.. solo cn il mio migliore amico... quindi è stato ancora più difficile aprirsi davanti a persone fantastiche che però conosco da poco...

per rispondere alla domanda con la qualce ci siamo lasciati.. beh... personalmente non ho mai vissuto una sofferenza lontana dal Signore... Ogni volta che avevo bisogno di una parola di conforto mi rifugiavo nella nostra piccola parrocchia e restavo in silenzio davanti al crocifisso... Tornando poi a casa a fine messa, mi sentivo meglio. Sentivo che qualcuno aveva lenito le mie ferite, che purtroppo ancora bruciano anche a distanza di tanti anni...

Laura ha detto...

Quanti spunti di riflessione ci ha offerto l'ultimo Oreb!
Purtroppo non sono potuta rimanere anche la domenica e quindi ringrazio chi ha partecipato al laboratorio.
Per rispondere alla domanda faccio riferimento alla veglia di sabato sera (è stata bellissima!!): penso che una croce senza Cristo sia una sofferenza priva di speranza. Solo sotto lo sguardo del Signore, che è uno sguardo di amore, possiamo affrontare le nostre croci e credere che la sofferenza e la morte non sono l'ultima parola.
A presto

Silvio Ottanelli ha detto...

Ragazze/i, quanto avete fatto all'incontro possa esservi utile sia che a creare "gruppo" che per stare davanti a nostro Signore.
Complimenti anche ai fratacchioni :-D per l'iniziativa.

fra Alessandro ha detto...

Come non ringraziare ciascuno di voi per l'incontro di Oreb. Sono stati due giorni molti intensi e ricchi: grazie alle parole di Livio ma anche grazie a ciascuno di voi che ha messo del proprio! Sono sicuro che tutto quello che abbiamo ascoltato e sperimentato aiuterà ognuno di noi a fare qualche piccolo passo nela propria strada... Buon cammino a tutti!

Anonimo ha detto...

"Può esistere al mondo di oggi, nella nostra vita, una sofferenza lontano dallo sguardo del Signore?"

Sono grato al Signore per quelli che hanno messo il foglietto fuori della Croce, perché oggi, durante l'incontro, ognuno ha potuto riflettere su quella sofferenza -anche se dolorosa - alla luce della Provvidenza e riscoprire così la presenza di Gesù.

InsideTheRapsody ha detto...

"luce che illumina i miei passi"
è proprio vero che la sofferenza non può essere superata se manca la sua presenza, per varie espeienze ho sempre trovato conforto e lacrime di gioia solo cercando la sua voce, solo ascoltandolo.
sono cose che a volte ritornano, tutt'ora mi macinano...ma se sto in silenzio..in ascolto..sento che ce la posso fare..sento che non sono sola..sento di essere perdonata.